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Trattamento delle fobie specifiche

Trattamento delle fobie specifiche

Le fobie specifiche comportano forte stato di panico che incide al funzionamento individuale sociale, che si caratterizza con un’ansia anticipatoria agli eventi e grave sofferenza. I soggetti affetti da fobie specifiche riconoscono che le loro paure sono eccessive o irrazionali (American Psichiatric Association 2013).

Le fobie specifiche sono sempre più frequenti, aumentando nel corso della vita; più del 12% della popolazione soffre di fobie e, nonostante l’impatto negativo che hanno sulla vita della persona, la maggior parte di queste non viene curata.

Il manuale diagnostico dei disturbi mentali di personalità DSM-5 individua cinque sottotipi di fobie specifiche:

  • fobie verso animali rari, insetti, serpenti, cani ecc.
  • fobie di tipo ambientale come la paura dell’altezza, dei lampi, dell’acqua
  • fobie di tipo situazionale come la fobia dell’ascensore, degli spazi, di guidare, di volare, delle gallerie
  • fobie che hanno a che fare con ferite, sangue, iniezioni
  • gli altri tipi di fobie sono per esempio la fobia di soffocare, di comunicare, di prendere una via

Chi soffre di fobie specifiche presenta molteplici paure; quanto più grande il numero di paure separate tanto maggiore la gravità delle fobie (Magee 1996).

Origine traumatica e non traumatica delle fobie

Le fobie possono avere un’origine traumatica, per esempio per la paura di guidare un incidente, per una fobia di soffocare un’esperienza di soffocamento; queste esperienze possono essere considerate codificate in una rete di memoria malata attiva, dove gli stimoli attuali, come pensare una situazione pubblica o trovarsi di fronte ad essa, danno origine a percezioni, atteggiamenti e comportamenti maladattivi. Le fobie specifiche possono anche essere considerate rispetto alla prospettiva del condizionamento classico, dove l’esperienza traumatica è il cosiddetto stimolo condizionato, per esempio l’essere nell’auto.

Molte fobie specifiche possono avere anche origine non traumatica. In queste fobie ci può essere un’avversione, un disgusto, come rispetto al sangue, ad alcuni animali; tali fobie possono evolversi nel tempo e possono essere modellate dalle reazioni sociali.

Il ruolo dell'esposizione

l’esposizione dal vivo può essere il trattamento iniziale più apprezzato per alcune fobie specifiche di origine traumatica, ma si possono ottenere maggiori risultati attraverso le tecniche dell’EMDR. Per alcune fobie specifiche a volte non è pratico usare l’esposizione vivo immediatamente, così attraverso la tecnica dell’EMDR si aiuta la persona a rendere meno fastidiosa l’esposizione.

Il piano di cura delle fobie specifiche deve tenere sempre conto della comorbilità, in quanto si presentano insieme ad altri disturbi dell’umore; nel caso di altri disturbi si correlazionano a reti di memoria e vanno differenziate per affrontare ciascuno separatamente, con un grande aiuto dalle tecniche dell’EMDR. Il trattamento prevede pertanto un lavoro di psico educazione sulle paure, un’introduzione sulle tecniche dell’EMDR ed insegnare al paziente tecniche e procedure di autocontrollo, quali esercizi di respirazione e altre tecniche per calmare l’ansia.

Disturbo di panico

I soggetti con disturbo di attacchi di panico vivono periodi di ansia estrema accompagnati da intensa sofferenza somatico cognitiva. Questi episodi possono durare da uno a cinque minuti ma molto spesso arrivano anche 10 minuti, che sembrano eterni; tali episodi possono variare intensità.

I sintomi di panico comprendono palpitazioni, sudore, tremore e la sensazione di fame d’aria, di soffocare, dolore al petto, disagio, nausea o dolori addominali, paura di perdere il controllo, di impazzire, paura di morire, formicolii, brividi di freddo o di caldo.

Episodi iniziali di panico spesso sono percepiti come esperienze che minacciano la vita. Spesso tali episodi sono la causa di visite al pronto soccorso in quanto sembrano simili ad attacchi cardiaci. Il 25% della cupola ione delle persone affette da dolore al petto in pronto soccorso soffre di disturbi d’attacco di panico. Per soddisfare i criteri gli attacchi di panico debbono avvenire ripetutamente e all’inizio essere del tutto inattesi e non essere connessi a una situazione specifica, come fobie specifiche, fobie sociali.

L’aspettativa di avere attacchi di panico porta la persona a evitare situazioni per loro associate allo sviluppo di alcune fobie o di avere paura di commettere azioni in cui può essere difficile scappare. Generalmente si tratta di ambienti pubblici, luoghi affollati, quote. In alcuni casi di agorafobie estreme soggetti arrivano non voler uscire di casa.

La prevalenza annuale di attacchi di panico è di circa il 12% della popolazione generale.

I sintomi di panico cominciano con una forte attivazione della parte simpatica del sistema nervoso autonomo in assenza di pericolo reale esterno. Nelle situazioni di pericolo effettivo l’attivazione del simpatico prepara il corpo ai comportamenti come studiare l’ambiente alla ricerca di minacce, all’attivazione fisica intensa che consiste nella fuga dal pericolo o nella lotta.

La forte attivazione del simpatico produce adrenalina, la quale accelera il battito cardiaco, che porta un respiro più rapido che a volte è percepito come mancanza di fiato; promuovendo la sudorazione aumenta l’attenzione e aiuta la perdita di calore. L’iperventilazione porta un calo dei livelli di anidride carbonica nei polmoni e nel sangue, questo produce cambiamenti a livello dell’abbassamento dell’alcalina e pertanto porta a formicolii, intorpidimento, giramento di testa e sensazioni di calore. Nei casi di iperventilazione estrema ciò può portare a spasmi e vasodilatazione che comporta ridotto flusso sanguigno. Negli stati di ansia estremamente elevati la compilazione dell’elevata sollecitazione del tronco cerebrale e del ridotto apporto di zuccheri al cervello porta ad una mancata coordinazione fra le diverse regioni del cervello e produce uno stato di realizzazione o depersonalizzazione dove il soggetto si sente separato dal senso normale e da se stesso. Senza una comprensione della causa di tutti questi sintomi molte persone che soffrono di attacchi di panico temono di stare per morire o di impazzire. Tuttavia nonostante queste esperienze siano spaventose, in realtà non sono pericolose per il benessere fisico e non sono segno di grave malattia mentale

Trattamento

Generalmente tali disturbi vengono trattati a livello farmacologico e con la terapia cognitivo comportamentale, entrambi considerati trattamenti efficaci; l’uso delle benzodiazepine alla necessità invece che in tempi prestabiliti è stato collegato a peggioramento dei risultati e, anche se le benzodiazepine inducono progressi leggermente più rapidi, la combinazione invece di benzodiazepine e gli inibitori selettivi del recupero della serotonina e antidepressivi triciclici può avere effetti benefici.

La terapia cognitivo comportamentale si è dimostrata molto efficace, sia attraverso il controllo del panico che nelle esposizioni, che hanno dimostrato di poter ridurre le paure connesse al panico (Craske, 2002).

Il trattamento farmacologico della terapia cognitivo comportamentale non sempre è ben tollerato, nonostante vi sia un abbassamento del 28% per l’esposizione, pertanto associare questo trattamento con EMDR può essere uno strumento potente per curare disturbo di panico, e ostacolare le resistenze alla guarigione. Pertanto è utile un terapia rete che collega i significati cognitivo affettivi con la terapia EMDR per superare gli ostacoli alla guarigione. La terapia EMDR oltre a desensibilizzare l’ansia va anche a lavorare sulla rete di memorie maladattive riducendo l’ansia anticipatoria. È molto importante andare ad analizzare possibili disturbi passati di ansia, spesso di esperienze precoci di costante disarmonia con i genitori possono creare gli attuali stati di terrore di essere abbandonati e episodio di disorientamento.


Dott.ssa Iris Guazzetti
Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Emilia (RE)


Ambiti d'intervento

Dott.ssa Iris Guazzetti

Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Emilia (RE)

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