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Come sopravvivere alla fine di una relazione

Come sopravvivere alla fine di una relazione

La nostra mente spesso cerca di sabotare rimuginando sui problemi.  Proviamo a defonderci da questi pensieri a farci un passo indietro, ricordate la canzone che diceva " da che punto guardi il mondo tutto dipende?!" .

Proviamo a vedere i problemi come sfide e gli ostacoli come opportunità per crescere.

Quando finisce una relazione spesso ci sentiamo come "se il mondo ci crollasse addosso". Il dolore di fronte alla separazione non dipende tanto dalla frustrazione della separazione in sé ma dalla discrepanza delle nostre aspettative, legate alla relazione, a ciò che avevamo idealizzato nella relazione e ciò che ci troviamo a vivere, ad affrontare (Harris, 2010).

La coppia entra in crisi quando i partner non riescono a rinegoziare il legame attraverso "litigi costruttivi"

Nel momento in cui il conflitto diventa "distruttivo": i partner non riescono a rielaborare le divergenze nella relazione

Le separazioni e i divorzi rappresentano eventi di vita significativi in quanto caratterizzati dalla fine di uno dei legami più forti instaurati in età adulta (Shapiro, Gottman e Carrere 2000).

La società trasmette da sempre stereotipi sociali, nei quali ci identifichiamo in modo disfunzionale .

Ognuno di noi è cresciuto con l'ideale dell'anima gemella, del partner che mi completa e del vissero per sempre felici e contenti, come si leggeva nelle favole.

Nel momento in cui si riscontrano difficoltà, questi stereotipi il più delle volte diventano aspettative disfunzionali o meglio la "trappola" della nostra felicità ( Herris, 2010). Le aspettative sul partner, teoricamente, riguardano i
criteri generici già visti

Nel momento in cui, effettivamente, si sceglie un partner, spesso sono i MOI (Modelli operativi interni) relativi al proprio stile di attaccamento Wood et al 1989 . tali modelli servono per operare tale scelta, orientandosi verso quelle persone che confermano le proprie rappresentazioni di sé e dell'altro e che, per motivazioni non sempre accessibili alla coscienza, risultano «familiari», cioè ricalcano le prime esperienze d'attaccamento infantile.

Accettare che una persona non desideri più restarci accanto spesso è l'unica soluzione per alleviare la sofferenza. Accogliere che si cambia e che allo stesso tempo possono farlo i sentimenti (Herris2007).
Pertanto dobbiamo aiutare la nostra mente a fare pace con le promesse che si sono sciolte, non ancorarsi o aggrapparsi al passato in quanto se mutano i sentimenti, mutano anche le parole che vi erano dentro.

Di fronte alla fine di una relazione si subisce un lutto. Il lutto non è solo legato alla morte in sé, si subisce un lutto ogni volta che si ci trova di fronte a una perdita.

Le fasi di elaborazione del lutto per Bowlby nella teoria dell'attaccamento sono le seguenti: lo stordimento; la ricerca e lo struggimento per la persona perduta; la disorganizzazione e la disperazione; la riorganizzazione.

Una delle fasi più dolorose e difficili da affrontare è la fase della colpa, dove ci struggiamo con i se e con i ma :"Se avessi fatto, se fossi stato, se"...

L'unica soluzione è risposta a queste domande è il perdono verso sé stessi smettendo di torturarsi, in quanto tutto è andato e va come deve andare.

Non c'è cosa che potevi essere o fare per ottenere qualcosa di diverso da ciò che doveva necessariamente accadere.

Se la vita ha scelto questo, lascia andare, apri la mano, molla la presa della mente, guarisci il tuo cuore. Arrenditi. Nessuna lotta, nessuna resistenza.

L'unico modo per elaborare un lutto è passare dentro e attraversare il dolore.

Vivi il vuoto, il disagio.
Riparti da te, credi in te, fai spazio al nuovo, prenditi per mano, prenditi cura di te stesso, in modo amorevole dai a te stesso quello che vorresti o ti aspettavi da chi non c'è più. L'unica persona che sarà per sempre con te stessa sei tu sei l'Amore e non muti mai.
Esci e dì al mondo... chi sei.


Dott.ssa Iris Guazzetti
Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Emilia (RE)


Ambiti d'intervento

Dott.ssa Iris Guazzetti

Psicologa Psicoterapeuta a Reggio Emilia (RE)

Partita IVA 02144480353
Iscritta all’Albo degli Psicologi dell’Emilia Romagna n. 3900/sezione A

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